Approfondimento

Percorso

Jacopo Dentici, studente di Fisica, partigiano, martire per la libertà

Nell’Archivio Storico dell’Università e nell’Archivio Scheiwiller documenti su Jacopo Dentici, studente di Fisica morto nel campo di Gusen II

di Leonardo Gariboldi

Le origini

Jacopo Dentici nasce a Rio Grande, in Brasile, l’11 settembre del 1926. I suoi genitori vi si erano trasferiti poco dopo il matrimonio nel 1923. Il padre, Salvatore Dentici, nativo della Sicilia, si era laureato a Roma in medicina e aveva conseguito la libera docenza in Patologia chirurgica. La madre, Olga Marcella Ferrero, era figlia del barone Augusto Ferrero, redattore capo de La Stampa, e di Gina Roux, figlia del senatore Luigi Roux, proprietario de La Stampa. La famiglia materna di Jacopo era di tradizioni mazziniane. Anche la madre Marcella si laurea in medicina a Roma, e diventa assistente universitaria per un breve periodo. Dopo il matrimonio non praticherà più la professione medica, se non durante la seconda guerra mondiale quando terrà dei corsi di puericoltura all’ospedale di Voghera.

In Brasile nascono i due figli: Ornella nel 1924, e Jacopo nel 1926. Dopo la nascita di Jacopo tornano in Italia; qui il padre prosegue nella sua carriera medica, prima a Milano, poi a Voghera, dove diventa primario di chirurgia all’ospedale civico, e libero docente all’Università di Pavia.

Gli anni della formazione

A Voghera, Jacopo frequenta la scuola elementare “Edmondo De Amicis” iniziando direttamente dalla seconda classe, e il liceo-ginnasio “Severino Grattoni” dove si segnala come uno studente molto brillante, tanto da sostenere e superare l’esame di maturità con un anno di anticipo al termine della seconda liceo nel giugno 1943. All’età di sedici anni poté così iscriversi all’Università. Fino al 1938, preside del liceo Grattoni è il letterato Dino Provenzal, vicino di casa dei Dentici, che nel 1938 si dimetterà a causa delle leggi razziali. Trasferitosi a Firenze, Provenzal tornerà a Voghera nel 1944 e sarà aiutato dalla madre di Jacopo a nascondersi nelle campagne intorno a Voghera. A causa dei bombardamenti su Milano, Ferruccio Parri viene trasferito a Voghera dove sono stati spostati gli uffici della Edison per cui lavora. I Parri vanno a risiedere nell’edificio dove abitavano i Provenzal. Il figlio, Giorgio Parri, è in classe con Jacopo e sarà attivo come partigiano in Lomellina e nella Val d’Ossola.

La prima iscrizione universitaria di Jacopo è al corso di laurea in Fisica all’Università di Pavia, che abbandona per il corso di laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Qui, alla fine di maggio del 1944, sostiene gli unici esami universitari. Nel mese di agosto, chiede il trasferimento al corso di laurea in Fisica all’Università di Milano dove viene ammesso al secondo anno dopo parere favorevole del Consiglio della Facoltà di Scienze.

 

 

 

 

 

Le vicende politiche

Dopo l’8 settembre 1943, Jacopo prende parte attiva nel G.A.P. (Gruppo di Azione Partigiana) che si è costituito a Voghera; si impegna nel trarre in salvo i soldati alleati che, dopo essere stati catturati dai nazi-fascisti, erano riusciti a sfuggire alla detenzione, fa incetta di armi da consegnare alle formazioni partigiane, e distribuisce la stampa clandestina. La madre, la sorella e il futuro cognato, Franco Andreani, collaborano al movimento clandestino di “Giustizia e Libertà”. La madre, in particolare, ospita in cantina fuggiaschi, ebrei e prigionieri alleati, raccoglie documenti, stampa clandestina e armi. Il padre, richiamato alle armi nel 1942 come medico su una nave ospedale, si trova nell’Italia liberata, perde ogni contatto con la famiglia ed è dichiarato disperso.

Jacopo, avendo dovuto abbandonare Voghera essendo stato segnalato come elemento sospetto, prosegue la sua attività di partigiano a Milano nella segreteria di Ferruccio Parri, nella sede del comando generale del C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà) in viale Bianca Maria 45. Jacopo è impegnato nel servizio collegamenti tra i vari gruppi partigiani dentro e fuori città e nella distribuzione di documenti d’identità falsi.

Informati di un’imminente perquisizione del comando generale da parte della polizia, riescono a portar via per tempo la maggior parte dei documenti. Il 7 novembre, mentre tenta di mettere in salvo i rimanenti documenti, Jacopo viene catturato dai militi della legione autonoma “Ettore Muti”. Portato nella caserma Salinas, Jacopo viene interrogato sotto tortura, ma non confessa nulla che non fosse già noto. Consegnato alle S.S., ai primi di dicembre Jacopo è rinchiuso nel raggio tedesco di San Vittore dove continuano gli interrogatori e le torture. Anche la sua famiglia viene attaccata dai repubblichini; la casa di Voghera viene perquisita e la madre viene arrestata due volte.

 

L'internamento

Insieme ad altri prigionieri, il 16 gennaio 1945 Jacopo viene inviato al lager di transito di Bolzano; da qui, il 1° febbraio parte con l’ultimo treno in direzione di Mauthausen dove giunge il giorno 4. Viene immatricolato con il numero 126.163 e messo a lavorare nella cava nell’avversità del freddo invernale, denutrito e sottoposto alle angherie dei guardiani. Il 17 febbraio è trasferito nel sottocampo di Gusen II, a lavorare allo scavo di gallerie sotterranee, in condizioni di denutrizione peggiori. La morte di Jacopo è registrata nel “Libro dei morti” di Gusen la mattina del 1° marzo, ufficialmente per polmonite e debolezza del muscolo cardiaco; aveva compiuto diciotto anni da pochi mesi.

 

 

In memoria di Jacopo Dentici

Jacopo non è stato dimenticato nella sua Voghera: numerosi articoli in sua memoria sono comparsi nel corso degli anni sulla stampa locale e in riviste culturali; è ricordato nelle loro ricerche dagli storici che lavorano sulla Resistenza e i partigiani nella provincia di Pavia; nel 1966 è stato istituito il premio di studio “Jacopo Dentici” conferito presso il suo liceo; nel 1967 il Comune di Voghera gli ha intitolato una strada; infine nel 2019 è stata posta una pietra d’inciampo all’ingresso del suo liceo. Nel 1955 è stata pubblicata una sua versione dal greco, risalente al 1942, del Ciclope di Euripide sulla rivista Dioniso, e nel 1958 una raccolta di sue poesie del 1943-44, Le ali del Nord, presso “All’insegna del Pesce d’oro” dell’editore Scheiwiller.

 

L’Università di Milano ha conferito a Jacopo, e ad altri studenti caduti per la libertà, la laurea honoris causa nel novembre del 1946. I loro nomi sono riportati sulla lapide in loro memoria, presso l’aula magna in via Festa del Perdono, inaugurata nel 1964.

Il Dipartimento di Fisica ha intitolato l’aula studio a suo nome nel 2019.

 

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