di Silvia Capponi
Donato al Centro Apice dall’allieva e collaboratrice Giannina Lavarello, il fondo Nikulin, molto eterogeneo dal punto di vista cronologico e di quello dei materiali in esso conservati, offre uno spaccato sull’intensa attività artistica del pittore, scenografo e illustratore ucraino Vsevolod Nikulin (1890-1968). Ripercorrere la biografia dell’artista nei suoi passaggi fondamentali permette di comprendere meglio la complessa struttura del fondo, che tra corrispondenza, disegni, fotocopie, menabò e documenti ufficiali, testimonia, in un arco di circa quarant’anni, un sincretismo artistico mai scontato tra la cultura russa di provenienza e quella italiana.
Nato nella cittadina ucraina di Nikolaev il 27 novembre 1890 Vsevolod Petrovič Nikulin – che spesso firma i propri lavori come Nicoùline o ancora Nicùlin – inizia la propria formazione artistica ufficiale nel 1909, seguendo, fino al 1914, i corsi dell’Accademia d’Arte di Odessa. In questo periodo collabora con alcune riviste satiriche come «Krokodil» e «Bomba», manifestando una vena umoristica brillante che lo accompagnerà lungo tutta la carriera. Dopo Odessa Nikulin deciderà di proseguire il proprio corso di studi presso l’Accademia Imperiale di San Pietroburgo, guidata all’epoca da Aleksandr Benois.
Con l’aggravarsi delle condizioni politiche interne alla Russia, che culmineranno con la Rivoluzione di Ottobre del 1917, Nikulin si trova però costretto ad abbandonare la formazione accademica e a prendere parte agli scontri, nel 1916, tra le file controrivoluzionarie dell’Armata Bianca. Con la vittoria dello schieramento dell’esercito dei Rossi l’artista rischia la fucilazione, a cui riesce a fuggire travestendosi da contadino e cercando rifugio in campagna. Dopo un ritorno provvisorio a Odessa, dove non trova più alcuna traccia della moglie e della figlia, nel dicembre 1919 si lascia definitivamente alle spalle la Russia e approda a Istanbul. Nulla di certo conosciamo riguardo alla sua attività nella città turca, anche se alcuni documenti permettono di avanzare l’ipotesi che Nikulin, in contatto con la comunità russa di Istanbul, abbia avviato una serie di collaborazioni, tra cui è da segnalare quella con l’associazione “Russkiy Inzhener”.
Nel 1920 Nikulin giunge a Genova insieme alla nuova compagna Aida Bossalini e alla figlia di lei Kalissa Giacobini, che con l’artista avevano condiviso la burrascosa fuga da Odessa. Nel capoluogo ligure si iscrive all’Accademia Ligustica e fin da subito cerca di inserirsi nel sistema artistico, esponendo, nel corso degli anni Venti e Trenta, in occasione delle manifestazioni organizzate dalle Società Promotrici per le Belle Arti di Genova e di Milano. A partire dal 1922 si trasferisce a Nervi dove entra in contatto con lo scrittore Virgilio Brocchi per il quale illustrerà, negli anni, una serie di romanzi. Più che come pittore, l’artista raggiungerà in Italia una certa fama come illustratore e i suoi disegni appariranno a corredo di più di sessanta romanzi delle più famose case editrici. Con l’inaugurazione, nel 1923, della I Mostra Internazionale delle Arti Decorative a Monza, Nikulin prende parte, insieme a Lilja Sluckaja, all’allestimento della sala russa, dove cattura l’attenzione della critica con il pannello murale dedicato alla celebre fiaba russa dell’Uccello di fuoco. La prova di Nikulin fu molto ammirata, al punto da fargli guadagnare la medaglia d’oro su proposta della giuria internazionale. Le doti grafiche di Nikulin iniziano a essere applicate in questi anni e in quelli seguenti anche in campo pubblicitario e commerciale. Negli anni Venti e Trenta l’artista collabora per esempio con la Società Bertarelli, con la multinazionale dei carburanti Shell e per compagnie di navigazione quali il Lloyd Sabaudo e l’Italia Flotte Riunite di Genova.
Negli anni Quaranta Nikulin incrocerà il proprio percorso artistico con quello di Maria Tibaldi Chiesa e con la casa editrice Italgeo, in quello che fu probabilmente l’apice della sua carriera di illustratore. Svariate sono le opere che attestano la collaborazione con la scrittrice milanese e fra queste va almeno menzionata la raccolta edita da Italgeo L’uccello di fuoco e altre fiabe popolari russe (1945), di cui il Fondo Nikulin conserva alcuni bozzetti e prove di stampa. A questo riguardo va segnalata anche la presenza di un menabò – sempre a cura di Tibaldi Chiesa – intitolato La capanna sulle zampe di gallina, progetto editoriale mai realizzato che prende il titolo dalla dimora della stregonesca baba jaga della tradizione popolare russa. Un destino analogo riguarda anche il secondo menabò conservato nel Fondo Nikulin: Piccola storia illustrata della Russia (1945-1946), sempre per i tipi di Italgeo e corredato da un importante nucleo di prove di stampa. Questi accenni testimoniano l’importante ruolo che ricoprì per Nikulin la casa editrice Italgeo, a cui va riconosciuto anche il merito di aver portato all’attenzione del pubblico la personale interpretazione dell’artista ucraino nel campo delle cosiddette “mappe geo-pittoriche”. Attraverso le pagine di Italia viva (1941) e soprattutto di Imago Italiae (1941), Nikulin nei panni di un moderno “cosmographus” – come amava definirsi – progetta e disegna carte geografiche che raccontano l’Italia, unendo alla precisione tecnica peculiare della cartografia l’abilità e l’umorismo che lo contraddistinguono come artista. Tale è il successo di queste pubblicazioni che nel ridotto del Teatro Carlo Felice di Genova, nel 1941, le mappe geo-pittoriche di Nikulin saranno protagoniste di una mostra. Va infine ricordato che per Italgeo Nikulin licenzierà, nel 1944, un’apprezzata edizione di Pinocchio, entrando con merito nella lista dei prestigiosi illustratori del burattino collodiano.
A seguito dell’interruzione del legame con Aida Bossalini, Nikulin si trasferisce a Milano e nel capoluogo lombardo l’artista rimarrà fino alla morte. Proprio negli anni Cinquanta inizia una lunga e prolifica collaborazione con l’artista genovese Giannina Lavarello. Questi anni sono ben documentati nel fondo, mettendo in luce una serie di aspetti nella carriera dell’artista che ancora meritano di essere correttamente indagati e approfonditi. Interessante è, per esempio, l’esecuzione nel 1950, insieme a Lavarello, di una mappa geo-pittorica degli impianti dell’Ilva sul Lago d’Iseo, dipinta su una parete della centrale idroelettrica di Pisogne (Brescia). Con l’allieva l’artista licenzierà anche alcune cartoline per gli enti benefici della Repubblica dei Ragazzi e Casa Mamma Domenica. Sono numerose nel Fondo Nikulin le prove di stampa e le fotocopie di disegni in cui “Pirati e Corsari”, “Navigatori”, “Cavalieri” o “Fumatori” danno prova dell’abilità artistica di Nikulin di rifarsi a repertori molto diversi tra loro. Dopo il successo editoriale di un’opera come Le mille e una notte – ancora oggi ristampata con successo – e l’attività dell’artista in campo soprattutto pubblicitario, negli anni Sessanta Nikulin instaura un prolifico rapporto di collaborazione con la casa editrice svedese Niloé (Serie 3). Dal ricco carteggio deduciamo che questo sodalizio non riguarda solo il campo dell’illustrazione, ma anche quello della decorazione, come testimonia un progetto per la sede della casa editrice a Uddevalla.
Nikulin muore nel 1968 e, nel rispetto della sua volontà, viene tumulato nel cimitero di Genova-Nervi.